HOME
 


fotogeografie
PROGRAMMA
     > seminari
     > conferenze
     > incontri dibattiti

cinergie
musicacittà

PROGRAMMA
     >  didattica cinematografica
 


RELATORI

SCUOLA

CREDITS

INFO

[download]

scuola

   

Dipartimento Servizi di Integrazione e Sostegno per la Scuola Pubblica

Nonostante le numerose di­fficoltà la petite maison des sons et lumières continua a proferire un notevole impegno per continuare a mantenere attivo il Dipartimento Servizi di Integrazione e Sostegno per la Scuola Pubblica istituto nel giugno 2011. Esso è nato per far fronte alle sempre maggiori “restrizioni” e ai progressivi danneggiamenti prodotti dal continuo di erosioni incoscienti inferte dagli organismi istituzionali nei confronti della scuola. 

Nello specifico: constatare che la Geografia, indispensabile strumento culturale, debba ancora attendere di vedersi assegnata la degna e identitaria collocazione che le spetta in ogni grado di scuola è certo motivo di dispiacere e di preoccupazione.
Ancor più grave il dover accettare il limitato numero di ore ad essa assegnate, “confuse” in molti casi negli ambiti scientifici e quindi costretta nel limite delle “declinazioni” sagittali.

Dalle fonti AIIG Associazione Italiana Insegnanti Geografia: [...] destinata a scomparire dagli istituti professionali e dagli istituti tecnici (tranne l'indirizzo turistico) e ridottissima nei licei dove scompare come materia indipendente e sarà denominata "storia e geogra­fia" con appena un'ora alla settimana e solo nel biennio. La geogra­fi­a economica scompare del tutto. Gennaio 2010.

 A fronte del rinnovato sostegno, in occasione del progetto “fotogeografie ”di cui alleghiamo programma completo, la petite maison des sons et lumières ha voluto garantire uno spazio dedicato alle scuole, come già nello scorso anno in occasione della Mostra fotografica a Villa Vitali “La luce nelle Marche. 9 fotografi raccontano il loro territorio” marzo 2012. 


Programma del seminario primario adattato

Letteratura e fotografia, l’attrazione tra due mediazioni linguistiche.

La fotografia, intesa come finestra del testo o come modo di vedere il nostro immaginario letterario, potrebbe essere un’espressione minima per identificare l’attrazione quasi bicentenaria tra le due mediazioni linguistiche.
Di certo, a prescindere dalle varie teorie ed esempi, in questa ricca relazione, sia il fotografo che lo scrittore, muovono verso un’immagine significativa capace di evolvere in ‘apertura’ che tende a qualcosa che va molto oltre il racconto. Fotografia e letteratura si sono entrambe dedicate al paesaggio considerandolo un crocevia intellettuale: un passaggio ineludibile nella riflessione sulla modernità ­no a considerarlo un prodotto culturale.

Luoghi, ambienti, spazi, paesaggio.
Oltre il ruolo limite della documentazione, la fotografi­a diviene “rivelazione”.
 

Gabriele Basilico, Francesco Jodice, Olivo Barbieri, Miklos Gaal, Thomas Struth, Philip Lorca di Corcia, Hannah Starkey, soltanto per citare alcuni tra gli autori contemporanei, che oltre a fare fotogra­fie in relazione al principio e all’esperienza estetica della “visione”, ci hanno reso un buon grado di restituzione percettiva riguardo a luoghi e ambienti.
Quale è il ruolo oggi per la fotografia di paesaggio nelle campagne fotografi­che di documentazione?
Quale il signifi­cato che essa mantiene rispetto alle storiche campagne di documentazione che si sono svolte in passato?
Per rispondere a questo è necessario prima di tutto osservare la principale differenza concettuale che l’oggetto della fotografi­a di paesaggio, il territorio, presenta oggi rispetto ad un recente passato. Di conseguenza si potrà cogliere l’atteggiamento con il quale il fotografo, il cui ruolo interpretativo oggi viene ampiamente riconosciuto, affronta l’oggetto della sua personale interpretazione. Quello che si chiedeva ieri, di ­fissare la bellezza naturale del paesaggio o di documentare attraverso la fotogra­fia una realtà minacciata da cambiamenti incontrollabili, ­fissando attraverso l’obiettivo della macchina fotogra­fica i mutamenti in atto, è adesso superato dalla chiara volontà di tentare di fotografare il mutamento stesso, di coglierne cioè attraverso le trasformazioni, le ragioni, l’essenza, la direzione. Alla fotografia si chiede di più: non solo documentazione, ma “rivelazione”. Non solo l’espressione di una realtà, vera pur essendo interpretata, ma le condizioni che hanno determinato questa realtà.
Come se da un ritratto di un uomo, si volesse capire dove ha deciso di andare.

Il paesaggio che si lascia pensare, come viso e come specchio.

Specchio locale, che rinvia alle genti che abitano l’illusione di un’identità nel mentre di luoghi che si atteggiano si omologano ad un progetto globale. Lo specchio e il volto possono essere considerati l’immagine in cui si è depositato il senso del paesaggio epocale. Si potrebbe anche afferrare che questa possa essere considerata l’epoca della cancellazione dei luoghi e dei volti; una sorta di omeomor­fismo dove tutti in tuta mimetica si guardano allo specchio per accomodare la visione da mostrare agli altri.
Prendendo a modello la fotografa Monika Bulaj: essa ci insegna anche come sia possibile nella topologia di scorrimento sulle superfici e nel conflitto fra le collezioni di aperti, il ritrovamento di un dentro che sta nelle storie viventi del paesaggio.

I contenuti del seminario sopra indicati sono destinati ad illustrare un primo indice di orientamento contenutistico referenziato.
Sostanzialmente si è voluto proporre il come sia possibile un approccio alla Geografi­a interpolando visioni/riflessioni tra alcune altre materie come: la fotografi­a, l’antropologia, la geo-poli(s)tica, l’architettura, la letteratura e il cinema.


Le coordinatrici del progetto Scuola legato a fotogeografie, Manuela Morresi e Anna Rita Principi, che assolvono
per l’incarico anche le funzioni di segreteria, contatteranno le Direzioni delle scuole della citta di Fermo per fornire ulteriori dettagli e per organizzare un programma presenze condiviso.

INFO SCUOLA:
Manuela Morresi - 339 42 66 256